Delitto e speculazione. Un’ironica indecenza

Articolo di Martino Ciano

È iniziata così: con una bomba che ha fatto esplodere altre bombe. L’Ucraina è diventata giorno dopo giorno una polveriera. I profughi hanno iniziato il loro pellegrinaggio e noi siamo rimasti a guardare e a commentare. 

Gli intellettuali nostrani si sono subito accaparrati i posti migliori dei salotti mediatici. Tra un’opinione ricca di enfasi e qualche grossolano errore storico-filosofico-letterario, hanno anche avuto il tempo di pubblicizzare il loro ultimo libro. Ma la cosa più interessante è che gli intellettuali che oggi commentano la guerra, sono gli stessi che hanno disquisito dell’emergenza sanitaria. Anche in quel caso hanno avuto la possibilità di ricordare agli spettatori che un loro libro stava per essere pubblicato.

Intanto, nel mondo-reale, i prezzi dei beni di prima necessità sono aumentati. Benzina, gas e corrente elettrica sono ormai oggetti di lusso. Il popolo si indigna, giustamente, mentre qualcuno parla dell’economia di guerra. Ma la speculazione di guerra è un fenomeno che non ha più segreti. Quanti affari si fanno. Meglio ancora quando il Capitalismo globale decide dove sparare, come farlo e, soprattutto, aprendo nuovi possibili fronti. Non è infatti la pace che genera ricchezza, ma la guerra. Basta che non sia combattuta in prossimità dei luoghi in cui bisogna rigenerare il sistema. Perciò nessuno chieda la no fly zone.

Mentre l’europeo si domanda cosa ne sarà del suo futuro, i governanti-europei già vedono il miglior mondo possibile dopo questo conflitto. E non bisogna essere complottisti per capire che qualcosa doveva cambiare, ad esempio l’equilibrio mondiale che ormai si era inceppato, non generando più gli stessi profitti per i neo-globalisti, un tempo inquinatori, diventati incalliti finanziatori di una green economy che lascerà al verde noi poveri scemi. 

E poi c’è la Nato con i suoi tentacoli verso oriente, che ha portato il Putin-imperialista a creare escamotage su escamotage per scatenare una Terza Guerra mondiale, tenendo già pronte le sue atomiche. Ne basta una per dare il via alle altre e in meno di un’ora di conflitto andranno in cenere 80 milioni di persone. Basteranno per rigenerare il sistema? Difficile da dire, certamente troppi strateghi hanno fatto i conti senza l’oste, dimenticando che l’oste è uno squilibrato mentale.


Suvvia, scherziamoci su. Magari tutto finirà in un grande bluff. La storia che niente insegna renderà ancora più cinici i signori della guerra, della vita, della morte e del Capitale. Noi, intanto, che non siamo intellettuali e non abbiamo libri in uscita da pubblicizzare, possiamo almeno sbizzarrirci nei commenti con un po’ di dolore nel cuore.

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