Dedica tra la polvere

Poesia di Adriana Sabato

Magica alchimia nel ventre materno
Vieni al mondo inaspettata al giorno
E poi…
Sei madre

All’improvviso ti ritrovi proiettata
in un universo parallelo.
Tu, donna, bambina, ballerina, amante, sei tua figlia, sei tua madre.
Scrivi storie col tuo sangue
e con le unghie ti aggrappi ad una vita che sfugge
la china è troppo ripida, è sconosciuta.

Perché sei donna: una condanna o una fortuna.
Un velo ti costringe alla vergogna che non c’è
Cerimonie barbariche ti accerchiano e ti stringono
in una morsa di irreversibile pazzia.

Il dove e il quando non sei tu a deciderlo.
Il come e il quanto lo sa solo il tuo padrone.

Non hai armi: solo povere difese dalle offese,
hai un cuscino tra le mani imbevuto di promesse tramontate,
un potente veleno taglia adesso il tuo respiro per sempre.

Innamorata del mondo, il mondo ti respinge,
ti scaccia, sei un’anima che vaga nell’attesa.

Vorresti ritornare da dove sei arrivata.
Eden primigenio, magica alchimia,
donna figlia di altra donna
madre di tua madre, figlia di tua figlia.

Tu, donna, bambina, ballerina, sei tua figlia, sei tua madre.
Il tempo ti costringe, ti stringe un cappio al collo.
Tu devi, con energie sempre più affossate, devi.
Col fiato corto, devi, senza respiro, devi.

Ora senti le ore scorrere sulla tua testa, senza di te
in un mondo che non ti appartiene, non è tuo,
è inesistente solo per te che devi e sempre devi.

Il tuo mondo sei tu e il resto non conta, tu sei là e
lei non c’è, è assente, dorme, sogna, vive una vita che non c’è
tutto invisibile ai suoi occhi.

Lei attende…
E tu, donna, bambina, ballerina, sei tua figlia, sei tua madre.

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