Cosmismo russo. Michel Eltchaninoff e la religione dell’uomo nuovo
Articolo di Martino Ciano già pubblicato per Zona di Disagio
I russi sono abituati a spazi dilatati, a orizzonti estesi, a luoghi in cui lo sguardo si perde e nei quali ci si sente spaesati e privi di orientamento, perciò immaginano, sognano, pensano in grande e hanno visioni meravigliose. Parte da questa constatazione Michel Eltchaninoff, caporedattore della rivista francese Philosophie Magazine e specialista di filosofia russa, nonché autore di questo saggio dal titolo Lenin ha camminato sulla Luna, edito da Edizioni e/o.
C’è una storia che va ancora scoperta e di cui solo oggi si parla, al centro ci sono folli teorie sulla rigenerazione dell’uomo, sul suo porsi all’interno del cosmo. Contiene anche proposte fuori dal normale, che spaventerebbero il più audace scienziato, come la resurrezione dei morti o la colonizzazione degli altri pianeti. Eppure, non siamo troppo distanti dalla realtà, perché pian piano e silenziosamente queste teorie hanno preso piede, hanno attraversato in passato la Cortina di Ferro e hanno creato il solco per alcune ricerche che stanno dando i propri frutti.
Penetrare nel cosmismo russo vuol dire visitare un universo di idee che mettono in crisi le nostre convinzioni. Il fenomeno è antecedente alla Rivoluzione bolscevica e, paradossalmente, riuscì a resistere anche alla propaganda atea che il regime provò a imporre; anzi, proprio tra loro, tra i rossi materialisti si fece spazio una religiosità nuova. La scienza usata come arma di evangelizzazione, idee fantasiose che potevano trovare riscontro in una fede attiva. Tolstoj, Bulgakov, Dostoevskij lasciano tracce di cosmismo, neanche troppo velate, nei loro romanzi.
Lo scopo principale era quello di donare l’immortalità all’essere umano, ma dare la vita eterna alle persone avrebbe reso la Terra troppo stretta; di qui l’altro obiettivo, ossia la conquista del Cosmo. Il primo cosmista fu Nikolaj Fëdorovič Fëdorov, filosofo eccentrico che intrattenne scambi epistolari con Dostoevskij e che si prefiggeva di far rinascere i morti. Tempo dopo i leader bolscevichi, costruttori di Dio, sognarono di creare una nuova religione e di rendere gli esseri umani immortali. Questo ci dice Eltchaninoff, ma Fëdorov era anche intriso di cristianesimo ortodosso. Il suo nome non fu cancellato dai fervidi materialisti bolscevichi solo perché era contro la proprietà privata.
Ci furono anche altri scienziati di idee cosmiste, tollerati perché utili alla propaganda del regime. Pensiamo a Konstantin Ėduardovič Ciolkovskij, un autodidatta che iniziò a giocare con i razzi, ma le cui intuizioni favorirono lo sviluppo scientifico; pensiamo a Vladimir Ivanovič Vernadskij e alle sue ricerche sulla biosfera, che furono accolte favorevolmente dalla comunità scientifica internazionale. Tutti personaggi che vengono citati anche oggi da Putin, il quale non nasconde, nell’ottica del nuovo nazionalismo russo, le sue simpatie per questi eccentrici scienziati. Certamente, l’attuale Zar non prende in considerazione uno degli aspetti più importanti dei cosmisti, il pacifismo e l’idea di una rivoluzione spirituale, e non solo scientista, che coinvolga l’intera umanità.
Il cosmismo russo ha ispirato anche il transumanesimo occidentale. Un tipo come Elon Musk ne è la prova. Va però ribadito che i cosmisti hanno una componente religiosa forte e non guardano di buon occhio i transumanisti anglo-americani, i quali piegano l’idea di “superamento dei limiti dell’umanità” a interessi economici, individualistici e, ahinoi, elitari. Infatti, per quanto sembri che tra le due correnti non ci sia differenza, il solco tra le due scuole di pensiero è proprio scavato dalle finalità. Il cosmismo vuole creare un Paradiso in Terra che sia per tutti; il transumanesimo cede volentieri anche alle tentazioni di obiettivi oscuri, non esplicitamente dichiarati, come un’immortalità che sia per i pochi e un processo di rigenerazione dell’umanità che sia avviato dai migliori.
Aspetto preoccupante? Fenomeno nel quale non credere? Fantascienza? Non possiamo rispondere con assoluta certezza, ma non possiamo neanche fare finta che intorno a noi non ci siano segnali inquietanti. Da tempo l’uomo ha dato vita a un gioco pericoloso che contempla le manipolazioni del Dna e il superamento della vita e della morte.