Per un kantiano che aveva venduto il mondo

Per un kantiano che aveva venduto il mondo

Articolo di Martino Ciano già pubblicato per Zona di Disagio

Coloro che amano la bellezza siano pronti a non pretendere la verità. Entrambe non possono esistere contemporaneamente. L’una disintegra l’altra. Bellezza e verità hanno una sola cosa in comune: sono passeggere.

La bellezza, ossia, sogno, speranza, favola raccapricciante, ammalia negli stati di necessità. La verità, ovvero, entropia, non senso, morte, appare in rari momenti di lucidità. Chi è pronto ad accettare tutto ciò è vivo. Il nichilismo ha spiegato questo superando ogni sistema di pensiero. Non ci sono verità alte o basse in natura, ma concetti e giudizi che l’uomo eleva o sotterra secondo le proprie esigenze.

Da quando l’uomo ha mosso i suoi primi passi sulla Terra, è stato fregato dal bisogno di ricercare qualcosa di eterno e di incondizionato. Qualcuno si è anche illuso del fatto che la metafisica sia riuscita a parlare oggettivamente di Dio. Ebbene, per quanto io non abbia nessuna simpatia per Kant, mi trovo d’accordo con lui proprio quando demolisce questa presunta oggettività di cui si è vantata la metafisica. La ragione e l’intelletto possono solo aver certezza dei fenomeni, ma tutto crolla nel momento in cui provano a spingersi oltre. In poche parole: impossibile esser certi dell’esistenza di Dio, ma è anche impossibile provare il contrario. Nonostante tutto, l’uomo non può fare a meno di andare oltre, al di là del mondo sensibile.

Tutto ciò è affascinante, ma trovo che adesso, in questo momento storico, dobbiamo sfruttare la dialettica del disincanto. Abbiamo bisogno di distruggere la bellezza. Brutta è la morte, brutta è la fame, brutta è l’ingiustizia, brutto è l’uomo… ma sono tutti enti reali. Non è nostro compito aspirare all’immortalità o alla legge morale, perché è proprio il qui-ora che ci impone di vivere con l’unico scopo di risolvere solo e sempre delle contraddizioni.

Il pensiero genera contraddizioni; la contraddizione è la prova che l’uomo vive in sé una guerra di concetti. La bellezza e la verità si combattono da sempre, mai ci sarà la pace. Poiché nulla è vero e nulla è bello, allora, tanto vale vivere secondo una sana leggerezza… e poi… fine.

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