Un tesoro sotto gli occhi di tutti. La campana bronzea di Forenza
Articolo di Andrea Massimo Basana. Foto di Mario Brienza
In questa assurda contemporaneità, che ci tiene con lo sguardo incollato allo schermo del nostro smartphone, spesso ci scordiamo di alzare gli occhi e di ammirare quanto di straordinario la storia e i secoli hanno miracolosamente preservato sino ai giorni nostri. Alcune cose risultano quasi stupefacenti, se solo le si osserva con un po’ di attenzione, e se poi ci si sofferma a pensare ad esse solo per qualche minuto, la loro presenza risulta quasi miracolosa.
È questo il caso di un’antichissima campana che da quasi mezzo millennio rintocca solenne nella piccola cittadina di Forenza. Non vi sarebbe nulla di strano nella presenza di un così antico manufatto se essa non fosse sfuggita ad abbattimenti, restauri e rifusioni in secoli, per le chiese di cui faceva e fa ancora parte, davvero tumultuosi.
La campana bronzea, un tempo corredava l’antica chiesa medievale di Santa Maria dei Longobardi, la più antica chiesa di Forenza. La bronzea fusione venne issata sul piccolo campanile a vela di questo luogo sacro in epoca tardo rinascimentale, sfuggendo indenne alle varie fasi di ampliamento e riedificazione alle quali la chiesa fu soggetta durante tutta la sua vita.
I suoi rintocchi risuonarono nell’etere forenzese siano alla fine degli anni Venti del secolo scorso, quando la chiesa fu sconsacrata e trasformata in scuola di ricamo. Il piccolo campanile a vela venne in quel periodo abbattuto, ma la nostra campana ebbe assai fortuna perché proprio nei medesimi anni si stava riedificando il nuovo campanile della limitrofa chiesa di San Nicola, e perciò la nostra fortunata venne issata sulla nuova torre campanaria realizzata nel 1930 da Michele Biscaglia. Essa trovò posto in uno degli archetti del tamburo sommitale ma, non avendo un batacchio e suonando per percussione di un martello, fu integrata come suoneria dell’orologio posto sulla facciata della torre a rintoccare i minuti.
Grande nuovo sconvolgimento avvenne nel 1940, quando l’allora parroco Michele Basile decise di realizzare due nuove campane di dimensioni maggiori rispetto a quelle presenti e per farlo fece rifondere le campane allora poste sul campanile. La nostra impavida rinascimentale si salvò nuovamente, forse proprio in virtù del suo collegamento al meccanismo dell’orologio. Ebbero purtroppo la peggio due sorelle, una del 1769 e una del 1825, come ci viene testimoniato dalle iscrizioni poste sulle nuove campane, che ricordano i manufatti reimpiegati e le iscrizioni che esse riportavano in antico.
La nostra fortunata amica sfuggita a tanti dissidi risulta assolutamente importante per la data che riporta, ovvero 1561, cosa che la rende il più antico manufatto datato presente nella cittadina. Al contempo essa riporta anche la più antica iscrizione datata, accompagnata, cosa interessante, dai nomi dei fonditori che la realizzarono: “Opera di Cristiano Borrelli e Romano Dimele | Ave Maria piena di grazia, il Signore è con te | Cristo Re è venuto in pace e si è fatto uomo | A.D. 1561”.
Essa scalza perciò nella datazione il fonte battesimale a stelo conservato nella chiesa del convento del Santissimo Crocifisso, ritenuto sino a questo momento il più antico pezzo datato di Forenza, il quale riporta la più recente data del 1592.