Malinconico brivido

Malinconico brivido

Racconto e foto di Giuseppe Gervasi

Apro, mi siedo.
Il rumore del motore: freddo.
Le curve, gli alberi spogli.
Un uomo cura gli ulivi,
un altro guarda il fondo.
Semaforo spento,
strada dritta, nessuna emozione.
Magna Grecia,
ruderi picchiati dall’acqua,
il faro, occhio notturno.
Melodia nascosta, svelata da un canto.
Malinconico brivido.

Un viaggio tra presente e passato, all’interno di un quadrato mobile, freddo e insignificante.
Visioni bucoliche mi accompagnano fino al rosso moderno che mi costringe alla fermata.
Imbocco una strada diritta e nulla mi dice.
Il cuore greco sobbalza dal mare, generoso nel donarci guerrieri di bronzo e ruderi che urlano dal passato.
Continuo a viaggiare sognando e incontro una città antica, presa a schiaffi dall’acqua: dolce e terribile.
Nella notte l’occhio di luce illumina il buio liquido, gli abissi attendono il giorno per svegliarsi.
E il viaggio finisce per poter iniziare, con un piede nel presente e un piede nel passato.

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