Meravigliosa Dublino. Un primo flash

Meravigliosa Dublino. Un primo flash

Di Adriana Sabato

Appena arrivati respiriamo aria nuova.

Tersa e limpida, ti solleticano le stelle e ti accarezzano le ali di volatili in continuo movimento, forse in attesa di qualcosa o di qualcuno. Un pezzo di cuore rimane là sul Tirreno e nel Mediterraneo fra le dolci note di cantate all’italiana e fra nostalgici versi e rime baciate, mentre aspre architetture rapiscono sensi e moltiplicano meraviglia.

Dublino, grande porto di mare: rifugio pulito, luminosissimo faro. Guado sicuro, accogliente staccionata. I gabbiani qua sono padroni del tuo vivere quotidiano e non ci puoi fare nulla e poi…e poi ci sono loro, i celti.

È il primo agosto: storie di druidi e folletti danzanti narrano di feste, danze e giochi, fuochi e musica ad onorare Lugh, dio del Sole e della fertilità della madre Terra, con la dea Arianrhod, dea della luna e dell’Aurora. Feste propiziatorie che riportano ad antiche origini: feste pagane celebrano l’inizio dell’autunno, rimandano all’equinozio autunnale e aprono alla stagione fredda.

Risuonano antichi detti che accomunano il percorso per celebrare madre Terra e i suoi spiriti: “giunge agosto, l’estate è finita”, ed in Puglia, nel Salento: Agosto manda littri cu tte riccoj li zinzuli; ci li zinzulu nu riccujsti fiacchi consigli bistiAgosto manda lettere per raccogliere gli zinzoli, se non li hai raccolti, hai seguito cattivi consigli…

Rituali praticati in questo momento erano indirizzati ad assicurare raccolti generosi, da cui sarebbe dipesa la sopravvivenza dei Celti durante la stagione fredda.

E poi c’è lei, l’antica Musa della musica, Euterpe, l’Abhean irlandese. Facciamo per caso questo bellissimo incontro; siamo per strada, nel centro di Dublino ci sono Dani e Matthew – tra folk e pop di percussioni e chitarra, i loro magici suoni ci deliziano a lungo.

“Pronto per nuove sfide, continuare a migliorare, senza smettere mai di giocare, non importa cosa succede, di quel che dice la gente, non me ne frega nulla, questa è una mia scelta, non importa a nessuno e voglio andare ancora più forte”. Sembra quasi un ritornello ciò che ci racconta Dani.

Irlandesi, meraviglioso popolo. La loro arpa ci ammalierà per sempre ma intanto, giunti nel quartiere Temple, ci “scontriamo” con la statua dedicata al grande James Joyce!

Quasi quasi io non torno più.

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