Alex e i cattivi pensieri. Andrea Biscaro e il thriller per tutte le età

Alex e i cattivi pensieri. Andrea Biscaro e il thriller per tutte le età

Recensione di Elisa Chiriano. In copertina: “Alex e i cattivi pensieri” di Andrea Biscaro, Giunti, 2024

Un buon thriller si riconosce subito: incolla il lettore alla pagina e trasforma il “come finirà” nell’incipit di un’altra storia.

Un buon thriller alimenta il tuo respiro: ti mozza il fiato, lo tiene in sospeso e intanto scuote la coscienza e il cuore, facendoli balzare in gola o precipitare nello stomaco.

Un buon thriller ha delle regole, che puntualmente non cerca e non usa: non fornisce risposte autentiche, ma alimenta dubbi e incertezze. È il luogo del non luogo: qui la parola è sospesa tra un “forse” e un “se”; scansiona l’attesa, crea mistero, suscita emozioni. Un buon thriller è un posto magico, dove l’arte diventa ritmo e la parola deve suonare bene. Se poi la voce narrante è anche voce cantante, beh il gioco è fatto!

Succede proprio questo incontrando Alessia, detta Alex. Entrare nel suo mondo vuol dire scavalcare una siepe alta e compatta. Non sai cosa potrai trovare oltre, ma sei certo che ne varrà la pena! Alex è una quindicenne controcorrente. Non segue gli stereotipi del suo tempo e della sua età. Abita a Pontelagoscuro, alle porte di Ferrara, un gran bel posto nebbioso, adatto per ambientare le storie dai contorni sfumati con personaggi enigmatici.

Sembra che lì non accada nulla, eppure le cose migliori capitano proprio ai bordi delle periferie, ai margini del caos. Qui vive tanta bella gente e poi… c’è il fiume, il Po, la Pianura Padana, il Rock e una casa misteriosa sotto il ponte; c’è uno studio di registrazione in un cortile, un cane che nessuno ha mai visto; c’è una band, che ha cattivi pensieri anche nel proprio nome; c’è un amore impossibile e la passione per la musica; c’è un misterioso chitarrista solista con capelli biondo platino e una falce di luna tatuata sul viso; c’è Jack che con sé porta talento e mistero; c’è il suo sguardo che affascina, perché gli occhi son più belli se sono diversi; c’è il bianco e il nero e le mille sfumature di nebbia che tutto avvolge e ricopre.

Ci sono le illustrazioni che ipnotizzano e orientano tra punti e contrappunti di lettura; ci sono le fragilità di luoghi, vite e persone; c’è la tempesta dell’adolescenza; ci sono i titoli di coda, come in un film che non basta guardare una sola volta; ci sono impronte digitali a bordo pagina e colpi di scena mozzafiato.

È come un meccanismo a orologeria, fatto di tante piccole parti, che devono essere tutte perfettamente coordinate fra loro per far sì che l’insieme funzioni.

Andrea Biscaro conosce bene il valore e il potere della parola. Ne ha fatto un’arte e l’ha saputa coniugare con le mille sfaccettature del mondo che racconta e della diversità che descrive, andando oltre i generi letterari. Li miscela e, giocando con suoni e significati, dà vita a una colonna sonora che riecheggia in questo libro, facendo vibrare corde e cuori.

Le parole, del resto, per stare bene tra loro devono saper suonare e risuonare bene, devono sapersi accompagnare in un rapporto di reciprocità risorgiva e misteriosa.

Affascina l’apparente complessità di questo thriller, in cui l’arte è uno strumento da suonare e un mezzo per stare nel mondo. Non importa ciò che accadrà, non conta se il mistero e i lati oscuri della vita si infittiranno o, come la nebbia in Val Padana, prima o poi si dilegueranno. Ciò che dà senso e direzione alla storia è stare nel mondo, cercando di indagare conoscendo e contemporaneamente accettando ciò che accade inspiegabilmente.

Un thriller è un genere adatto a ogni tempo, età e pubblico: intriga e affascina, incuriosisce e scardina certezze. Qui il bene e il male non saranno mai così nettamente distinti; i confini tra ciò che è giusto e sbagliato saranno sempre evanescenti e poi… il timore, la gioia, l’adolescenza ribelle, la famiglia, gli amici, l’amore, la periferia, la società e la vita, i desideri oscuri e le paure profonde.

Raccontare tutto e anche il suo contrario: questo è lo scopo di un buon thriller. Senza edulcorare, senza compiacersi, bensì approfittando di quella che è la specificità della letteratura di genere, che va oltre il genere, arricchendolo e rinnovandolo.

Questo è ciò che fa Andrea Biscaro con un libro che cattura sin dall’incipit, sin dalla copertina…il resto si scoprirà (forse!) solo leggendo.

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