Apparenza, inganno e tecnica quotidiana di sopravvivenza

Apparenza, inganno e tecnica quotidiana di sopravvivenza

Articolo e foto di Martino Ciano

Se tutto è apparenza costruita dai nostri sensi, allora cosa esiste oltre noi? C’è qualcosa di solido o di reale lì fuori che sopravvive anche quando lo sguardo si rivolge altrove? Esiste una realtà oggettiva?

Sì lo so che già Bertrand Russell ha detto tutto in merito e che tanti altri dopo di lui hanno chiarito molti aspetti della questione, a modo loro però, perché o esperti o eruditi o ciarlatani, ognuno può continuare a pensare ciò che vuole. Eppure, ognuno ama considerarsi l’unica cosa speciale in mezzo a cose mortali che, come lui, lottano per la sopravvivenza, per la redenzione e per la gloria.

Quando essere o non essere sembrano la stessa cosa, allora capite bene che nello scioglilingua della logica, la certezza è l’unica meta che qualcuno vuole raggiungere. Vada come vada, l’importante è che questa meta sia acciuffata e che quel problema sia risolto. Funziona così invece: nessuno risolve per davvero i pruriti del pensiero, ma si accontenta di imporre le proprie ragioni. Se poi queste ragioni sono sostenute da gruppi forti, che non devono essere per forza di natura economica, basta infatti uno sparuto movimento ideologico i cui componenti abbiano posti-chiave in punti nevralgici, ecco allora che tutto è possibile.

Teorie del genere governano indisturbate la nostra struttura sociale. Succede per esempio con i trend in voga in un dato momento; è una moda persino ragionare su certe cose secondo precisi metodi. Guardo anche con interesse alcuni tecnici del settore, non importa di quale settore parli, tanto il succo è lo stesso. Ebbene, questi uomini ripetono in continuazione che ci sono procedure assurde, ma che vanno seguite perché così impone la regola. E più considerano queste procedure assurde, piene di cavilli inutili, più diventano ferventi seguaci della procedura. Si riconoscono anche una certa importanza, perché avendo capito come sfruttare ogni escamotage e ogni scappatoia, si sentono come quei geni che mettono ordine in mezzo al caos.

Ma ordine e caos esistono davvero? Un insieme di ordini non generano un caos sistematico?

Post correlati