Di baci, fiorellini e amore condizionato

Articolo di Albino Console

Che tenerezza le emoticon con i cuori, adoro quelle con i baci ed ancor di più quelle con i fiori, la digitalizzazione delle menzogne ha elevato la magnificenza dell’uomo che, ora, poteva mentire spudoratamente anche senza parlare. Menzognero e sfaticato oltre che rozzo ed ignorante. È la nausea che l’amore condizionato e il bene da teatro mi donano come un babbo natale alcolizzato e violento, la costante dei giorni migliori, perché poi esistono anche brutte giornate, in cui ti chiedi perché mio padre non sia andato a puttane quella sera o meglio, perché mia madre, al momento del parto, non abbia stretto le gambe soffocandomi in un meraviglioso abbraccio che mi avrebbe sottratto a tutto questo.

No la scusa dell’amore ha funzionato a dovere quella sera, e a me hanno caricato sulle spalle un macigno che spezza le vertebre, le ginocchia stanno cedendo e mi trascino faticosamente verso quella tanto agognata pace che quella stronza poteva darmi solo chiudendo le gambe. Quante cose potremmo fare per alleviare le sofferenze altrui, invece l’uomo odia profondamente l’uomo per il solo motivo che esista, non c’è bisogno abbia fatto null’altro che nascere nel medesimo tempo, e con un piccolo sforzo di fantasia, si odia bene anche chi non c’è più, fortuna a lui, o chi non c’è ancora.

Poi un fulmine a ciel sereno e mi chiedo se, invece, potessi perdonare l’uomo, salvarlo dalla colpa ancestrale, perché probabilmente, lì fuori c’è qualcuno che meriterebbe quel perdono, c’è qualcuno che si conceda dall’onere di odiare altri uomini, ma per quanto mi riguarda, l’invidia che mi suscita chi riesce a non odiare è già motivo più che valido perché le sue membra vengano sparse sulla terra ad infamia eterna ed esecrata memoria, perché sono così, coltivo i miei vizi e ne vado fiero.

E luce fu, perché prima c’era solo tenebra e da lì nascono gli uomini e li tornano gli uomini, non vedo perché nel mentre, proprio io debba accendere una maledetta luce se non quella dell’incendio a cui darei il mondo in pasto.

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