Amo la filosofia…
Articolo e foto di Martino Ciano
Ed entrammo nelle parole…
Amo la filosofia perché ti svela il reale significato delle parole e sempre più mi accorgo che quelle da noi utilizzate hanno perso il loro originario valore. Se è vero che le cose mutano, è anche vero che lo stravolgimento è causa di ogni cattiva interpretazione. Non è inutile la filosofia, ma è la base di ogni cosa; è forviante pensare che essa possa essere isolata a un solo campo d’azione. La filosofia è ragionamento, ma anche fede. Fede è tutto ciò che ci accosta all’invisibile, che pur restando nascosto ai nostri occhi viene comunque percepito, assimilato, contornato dal nostro sentire. Fede è credere ciecamente che anche ciò che vediamo e tocchiamo possa guarirci, nel senso più ampio del termine, in ogni momento.
Amo la filosofia, perché crea discernimento. Discernere implica una separazione, ma è soprattutto scegliere e valutare. Valutare non è un atto legato a un gusto prettamente morale o etico, ma prima di tutto interroga quella nostra innata libertà che non si veste di pregiudizio. Ogni cosa riposa nella sospensione del giudizio, ogni accadimento è. Disperazione, gioia, bellezza, bruttezza, meraviglia, orrore sono travestimenti messi in atto dalla nostra intenzionalità. Tutto si colora di ciò che il soggetto vuole. Il perché è un dopo. Kant ad esempio è solo stato uno che ci ha pensato troppo; il suo Sollen è la cosa più illogica che una mente logica abbia provato a spiegare.
La filosofia impegna
Ma amare la filosofia impone anche uno sforzo, un costante studio sulle opere dei filosofi, perché, come detto, i testi critici aiutano a entrare nei concetti, nei sistemi, ma cadono anche in quel gusto personale in cui risuona il pregiudizio dell’autore. Quindi, prima le opere, poi la critica. Così come per un romanzo.
La filosofia non salva, anzi. Pensare è un vizio, spesso anche un male. Chi troppo vuole comprendere, rischia di essere preda del dubbio, della possibilità, del richiamo costante dell’altrove. Chi si accontenta, accettando la non conoscenza, si abbandona a quell’onnipotenza gioiosa tipica della persona che vede il mondo grande quanto la sua casa. Non è un male tutto questo; non sono persone aride coloro che credono che tutto sia stato creato secondo la loro misura, ma vivono attribuendosi un senso. Hanno trovato forse il senso dell’esistenza.
La filosofia infatti non è scienza, ma opinione. Gloria e opinione vanno di pari passo, perché grazie alla buona opinione che si ha delle cose e di qualcuno, si dà loro ogni onore. Emanuele Severino ne parla tanto nelle sue opere. Il suo percorso filosofico è la costruzione di un sistema che non si dimentica mai di quell’Essere che mai può non essere. Così imperitura è quindi la filosofia che spazza via la contraddizione, anzi la ingloba e su essa costruisce ogni riflessione… perché nessuna contraddizione può essere risolta né con la logica né con la fede, al massimo possiamo credere.
La filosofia vivifica
Credere è il primo e ultimo sforzo che ci viene chiesto. Anche in questo caso, è l’intenzione di aver fiducia in qualcuno o qualcosa che dà potenza, quindi un certo grado di possibilità, al nostro agire. Credere in qualcosa o qualcuno che tradisce le aspettative è una delusione, ma è anche lo schiaffo necessario per riportarci al di là della comune credenza che il mondo sia costruito a nostra immagine e somiglianza. E qui potremmo andare a ripescare il buon Schopenhauer e quella volontà che al di sopra di noi, nella sua gioiosa necessità fa dell’Universo tutto ciò che accade, soprattutto ciò che non vediamo, ma che forse scopriremo. Sarà allora lo stupore?
Amo la filosofia, perché non mi dà certezze, ma solo la comprensione di parole da me lontane e di un indicibile che mi fa fuggire da ogni retorica. Ogni giorno mi affido a un buon libro che sappia vivificarmi.